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      Ed è molto maggiore, generalmente parlando, il divario che passa fra l'esercizio de' diversi ingegni, che fra l'esercizio della mano de' diversi individui. Divario che non è naturale, e non ha che far colle disposizioni native di tali organi.
      (28. Luglio. Domenica 1822.)
     
      È frequentissimo e amplissimo nell'Italiano o nello Spagnuolo l'uso della voce termine nel suo plurale massimamente, la quale piglia diversi significati, secondo ch'ell'è applicata. (Questi per lo più importano condizione, stato, essere sustantivo o cosa simile.) Vedi la Crus. Non così nel latino scritto, dov'essa voce non ha che la forza di confine o limite ec. Pur vedi presso il Forcell. nell'ultimo esempio di questa voce, ch'è di Plauto, una frase tutta italiana e spagnuola, la qual può dimostrare che detta voce nel volgare latino avesse o tutti o in parte quegli usi appunto ch'ell'ha nelle dette lingue. V. Du Cange, s'ha nulla. V. anche l'Alberti Diz. franc. Terme in fine.
      (29. Luglio. 1822.)
     
      [2588]A un giovane il quale essendo innamorato degli studi, diceva che della maniera di vivere, e della scienza pratica degli uomini se n'imparano cento carte il giorno, rispose N. N. ma il libro (ma gli è un libro) è da 15 o 20 milioni di carte.
      (30. Luglio 1822.)
     
      Da coquere diciamo cocere (che per più gentilezza e per proprietà italiana si scrive cuocere) mutato il qu radicale, in c parimente radicale. Che questa lettera fosse radicale anche ab antico si può raccogliere dalla voce praecox (cioè praecocs) praecocis, la quale (spogliata della prep. prae) forse contiene la radice di coquere.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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