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      Visto non è altro che una contrazione del participio visitus (come quisto di quesitus in ispagnuolo), ignoto agli scrittori latini.
      (14. Sett. 1822.)
     
      Per la Dissertazione dell'antico volgare latino vedi fra gli altri il Pontedera, Antiquitatum latinarum graecarumque enarrationes atque emendationes. Patav. Manfrè, typis Seminarii, 1740. 4to epist. 1.2. principalmente.
      (15. Sett. dì della B. V. Addolorata. 1822.). V. anche il Lanzi Saggio sulla lingua etrusca.
     
      Ho detto in più luoghi che l'opinione è Signora degli individui e delle nazioni, che [2625]tali sono e furono e saranno quelli e queste, quali sono o furono o saranno le loro opinioni e persuasioni e principii. La cosa è naturalissima, e conseguenza necessaria dell'amor proprio in un essere ragionante. Perocchè l'amor proprio porta l'uomo a sceglier sempre quello che se gli rappresenta come suo maggior bene. Ma qual cosa se gli rappresenti come tale, ciò dipende dall'opinione, e così la libertà dell'uomo è sempre determinata dall'intelletto. Quindi sebben l'uomo alle volte si scosta da' suoi principii, considerando per allora come suo maggiore bene quello che pur è contrario ai medesimi, nondimeno è naturale che la massima parte delle operazioni, desiderii, costumi ec. sì degl'individui sì de' popoli sia conforme ai principii tenuti dal loro intelletto stabilmente e abitualmente.
      (16. Sett. 1822.)
     
      Ho detto altrove che le antiche nazioni si stimavano ciascuna di natura diversa dalle altre, [2626]non consideravano queste come loro simili, e quindi non attribuivano loro nessun diritto, nè si stimavano obbligate ad esercitar cogli esteri la giustizia distributiva ec. se non in certi casi, convenuti generalmente per necessità, come dire l'osservazion de' trattati, l'inviolabilità degli araldi ec. cose tutte, la ragion delle quali appoggiavano favolosamente alla religione, come quelle che da una parte erano necessarie volendo vivere in società, dall'altra non avevano alcun fondamento nella pretesa legge naturale.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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