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      (26. Giugno 1823.). V. p.3585. 3625.
     
      Un altro futare dice Festo che fu usato da Catone per saepius fuisse. Questo dimostrerebbe un antico participio [2822]futus del verbo sostantivo latino. Dico del verbo sostantivo, e non dico del verbo sum. Questo è originalmente il medesimo che il greco ???? ovvero ??, e che il sascrito asham, e il suo participio in us dovette essere situs o stus o sutus (giacchè è notabile il nostro antico suto, vero e proprio participio del verbo essere, laddove stato che oggi s'usa in vece di quello, è tolto in prestito da stare), come ho detto altrove. Il franc. été è lo stesso che sté, giacchè gli antichi dicevano esté, e quell'e innanzi, è aggiunto per dolcezza di lingua avanti la s impura nel principio della parola, come in espérer, espouser (ora épouser), del che ho detto altrove. Ora il participio sté sarebbe appunto stus in latino. Ma il participio futus, onde futare, non potè essere se non di quel verbo da cui il verbo sum tolse in prestito il preterito perfetto fui colle voci che da questo si formano, cioè fueram, fuero ec. Il qual verbo fuo non ha che far niente in origine con sum nè con ????, ma è lo stesso che ???, e v. Forcell. in fuam e in sum. Di questo dunque dovette esistere anche il participio futus, il quale dimostrasi col verbo futare che ne deriva. E nótisi che Festo dice il verbo futare essere stato usato da Catone per saepius fuisse, e non per saepius esse, onde pare che questo verbo appresso Catone conservasse una certa corrispondenza e similitudine e analogia colle voci fui, fuisse ec. tolte in prestito da sum, le quali tutte indicano il passato, e che anch'esso denotasse il passato di natura sua, ed avesse [2823]significazione preterita.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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