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      Ma la lingua tedesca senza far violenza alcuna a se stessa, ammette le costruzioni, le forme, le frasi, l'armonia, non solo delle lingue affini, non solo delle settentrionali, ma delle più aliene, ma delle antichissime, delle meridionali, delle formate e delle informi, di quelle che appartengono a nazioni per costumi, per opinioni, per governi, per costituzione corporale, per climi, per leggi eterne della natura disparatissime, ed eziandio contrarissime al carattere proprio e costantissimo e certissimo della nazion tedesca, in somma di tutte le possibili lingue passate e presenti, e per così dir future. Dunque la lingua tedesca non è formata, non è determinata, e molto meno, perfetta.
      Parlando dell'adattabilità o pieghevolezza, e della varietà e libertà [2850]di una lingua, bisogna distinguere l'imitare dall'agguagliare, o rifare, le cose dalle parole. Una lingua perfettamente pieghevole, varia, ricca e libera, può imitare il genio e lo spirito di qualsivoglia altra lingua, e di qualunque autore di essa, può emularne e rappresentarne tutte le varie proprietà intrinseche, può adattarsi a qualunque genere di scrittura, e variar sempre di modo, secondo la varietà d'essi generi, e delle lingue e degli autori che imita. Questo fra tutte le lingue perfette antiche e moderne potè sovranamente fare la lingua greca, e questo fra le lingue vive può, secondo me, sovranamente la lingua italiana. Perciò io dico che questa e quella sono piuttosto ciascuna un aggregato di più lingue che una lingua, non volendo dire ch'elle non abbiano un carattere proprio, ma un carattere composto e capace di tanti modi quanti lor piaccia.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555