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      Forcell. in Pistus). Pistum a pinsendo pro molitum antiqui frequentius usurpabant quam nunc nos dicimus. [2931]Infatti pistillum, pistor, pistrinum e quasi tutti i derivati di pinso vengono dal supino o participio pistum o pistus. Ora, secondo Festo, al suo tempo questo participio o supino molto usitato dagli antichi, era poco frequentato. Egli vuol certo dire nel linguaggio polito e nella scrittura. Ma eccovi che il volgo latino e il parlar familiare conservava l'uso antico e conservollo sino all'ultimo, giacchè nelle lingue figlie della latina non resta quasi (dico quasi per rispetto al verbo pisar e. di cui qui sotto) del verbo pinsere altro che quello che appartiene al suo participio pistus, cioè pesto, pisto ital. e spagn. pestare, pestello ec. E il verbo pestare o pistare che sembra essere sottentrato ne' bassi tempi all'originale pinsere, nel luogo del quale ei si conserva fra gl'italiani anche oggidì, fu formato allora da pistus, o s'ei fu proprio anche degli antichi latini, certo è ch'egli si conservò nelle bocche del volgo e nel parlar familiare andando in disuso e totale dimenticanza il verbo pinso, al contrario di quello che [2932]sembra dir Festo, o che si potrebbe ragionevolmente raccogliere dalle di lui soprascritte parole, chi non sapesse i fatti.
      Pistus36, onde pistare è formato evidentemente dal regolare e primitivo pinsitus, toltagli la n, onde pisitus, e contratto questo in pistus, come positus, repositus ec. in postus, repostus. E vedi la p.2894. Ora come da pinsitus pisitus e pistus, tolta la n, così da pinsus altro participio irregolare di pinso, del qual participio altresì s'hanno parecchi esempi (v. Forcell. in pinso fin. e pinsus), fu fatto, secondo me, pisus, e da questo, siccome da pistus pistare, viene il verbo pisare, il quale conseguentemente e secondo questo discorso, è un continuativo di pinsere appunto come pistare, e come forse pinsitare.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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