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      Vero è che non potendosi profferir da sè se non le vocali, tutti gli altri suoni hanno presso noi una sorta di nome, che non è propriamente esso suono nudo, come bi ci, sono nomi di b c. E nelle antiche lingue ciascun suono anche vocale, portava un suo proprio nome arbitrario e di convenzione (come son le parole, o vogliam dire come i nomi d'ogni altra [2955]cosa) il qual nome era più distinto che fra noi da esso suono nudo, onde si può dir che in quelle lingue i suoni della favella avessero i loro vocaboli diversi dall'oggetto, siccome l'avevano gli altri oggetti; che il linguaggio aiutasse il pensiero anche circa i detti suoni, e che la nuda idea de' medesimi avesse dove appoggiarsi e a che riferirsi anche fuori della scrittura e dell'alfabeto scritto, cioè i nomi conventizi ed imposti dei detti suoni, e l'alfabeto pronunziato. Per esempio alèf, beth, ghimèl, alfa, beta, gamma, iota, eta erano nell'ebraico e nel greco i nomi propri de' suoni, diversi da' medesimi suoni.
      Contuttociò, se non agli antichi, certo ai moderni, si può considerar come quasi impossibile di concepir chiaramente e precisamente, ritener costantemente, e richiamar facilmente le idee di ciascun suono elementare della favella, delle qualità proprie di ciascuno, e della loro scambievole diversità, senza la cognizione dell'alfabeto scritto. [2956]Nè credo che si possa allegare esempio di chi possegga o abbia mai posseduto distintamente e perfettamente queste tali idee nel modo e colle condizioni ch'io dico, senza conoscere i caratteri che le significano e rappresentano.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555