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      Esse spettano alla considerazione del piacere che nasce dall'inclinazione, [2964]la quale può ben essere universale in una specie, ed anche in tutte le specie, perchè può esser naturale e innata. Le idee son quelle che non possono essere innate. E il piacere che reca la vista della gioventù è una sensazione pura, non un'idea, nè deriva da un'idea. Che ha dunque che fare col bello ideale? Questo non può essere che un'idea. Il caldo, il freddo, l'amaro, il dolce, che niuno chiama belli nè brutti, appartengono alla categoria della gioventù. L'effetto ch'essi producono nell'uomo o nell'animale, in quanto esso effetto è attualmente piacevole o dispiacevole, non è idea ma sensazione. Dunque non è nè bello nè brutto. Così nè più nè manco l'effetto che produce nell'uomo o nell'animale la vista della gioventù. Il cieco nato adunque che vede per la prima volta una persona giovane e trova la gioventù piacevole a vedere, non prova l'effetto di niuna bellezza, ma di una qualità che la natura ha fatto esser piacevole a vedere [2965]come il dolce a gustare. Egli non giudica allora ma sente. Se dipoi sopra questa sensazione egli fonda e forma un giudizio e un'idea, come gli uomini sempre fanno, questa è venuta dalla sensazione, e non da un'idea innata, cioè da quella del bello che si suppone ideale. Bensì quella sensazione, in quanto piacevole, è venuta da una qualità innata e naturale in quel cieco, ma questa qualità non è un'idea; essa è una inclinazione e disposizione, nè deriva nè risiede nè spetta punto per se all'intelletto.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555