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      Forse questo participio, indipendentemente dal latino, è stato fatto in dette lingue dal verbo vedere secondo le regole di coniugazione proprie, non del latino, ma di esse lingue? Anzi secondo queste regole, egli è in esse lingue affatto anomalo e irregolare e fuori d'ogni ordine; ei non ha in esse lingue veruna origine; e in luogo di esso, la lingua italiana, secondo le regole delle sue coniugazioni, dee dire veduto48 (lo spagnuolo dovrebbe dir veido o vido), e lo dice infatti ancor esso. Ma questo secondo participio [3034]italiano, regolare e moderno è molto meno volgare e più nobile, e quell'altro irregolare, antico e latino è più plebeo, e forse, almeno in vari luoghi, il solo che la plebe adoperi, siccome in ispagnuolo egli è unico sì per la plebe che per la gente colta e per la scrittura. Donde pertanto questo participio nel latino-barbaro, e nelle lingue moderne, s'ei non viene dal latino conosciuto, nè dalle radici e regole d'esse lingue? Qual altro mezzo ce lo può aver conservato, se non il volgare latino, conservatore dell'antichità più che il latino scritto, e in questo presente caso, più regolare eziandio?
      2. Visito as si fa frequentativo di viso is. Lasciamo stare s'egli sia di viso is, o piuttosto di video il cui participio è lo stesso, cioè visus. Ma se l'antico participio dell'uno o dell'altro o d'ambedue, fu visitus, il verbo visito potrà eziandio esser continuativo di qual de' due si creda meglio, e venire non da visus, o supino visum, ma da visitus, o supino visitum.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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