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      E infiniti ne conservano le lingue figlie, che non si trovano nel latino scritto.
      (25. Luglio, dì di S. Giacomo. 1823.)
     
      Alla p. anteced. Chi poi volesse che pisere non venisse da pisus (benchè pur se n'abbia un bellissimo esempio in visere da visus, siccome ho detto), ma che (s'ei veramente esistè) fosse lo stesso che pinsere, detratta la n come in pistus, mi darebbe altresì poca noia. In tal caso pisare non sarebbe fratello ma figlio di pisere; e certo esso e pisar e pigiare verrebbero da pisus, come dimostrano gl'infiniti [3040]esempi che della formazione di tali verbi della prima maniera da' participii in us d'altri verbi, raccoglie la mia teoria de' continuativi ec. ec.
      (26. Luglio. dì di Sant'Anna. 1823.). V. p.3052.
     
      L'uomo in cui concorressero grande e colto ingegno, e risolutezza, si può affermare senz'alcun dubbio che farebbe e otterrebbe gran cose nel mondo, e che certo non potrebbe restare oscuro, in qualunque condizione l'avesse posto la fortuna della nascita. Ma l'abito della prudenza nel deliberare esclude ordinariamente la facilità e prontezza del risolvere, ed anche la fermezza nell'operare. Di qui è che gli uomini d'ingegno grande ed esercitato sono per lo più, anzi quasi sempre prigionieri, per così dire, dell'irresolutezza, difficili a risolvere, timidi, sospesi, incerti, delicati, deboli nell'eseguire. Altrimenti essi dominerebbero il mondo, il quale, perchè la risolutezza per se può sempre più che la prudenza sola, fu ed è e sarà sempre in balia degli uomini mediocri.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





S. Giacomo Sant'Anna