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      Probabile ancora; e in tal caso sarebbe risoluta anche la quistione intorno ad Omero, il quale da tutti è riconosciuto per poeta principalmente ionico di linguaggio; e si confermerebbe la mia opinione che il linguaggio da lui seguito, non fosse allora che l'idioma comune di tutta la Grecia, siccome l'italiano [3046]del Tasso è l'italiano comune di tutta l'Italia. O forse la Grecia era ancor troppo poco colta universalmente per aver un linguaggio comune già regolato e perfetto, e in mancanza di questo serviva l'ionico, come il più divulgato perchè proprio della nazione più commerciante? O finalmente Empedocle scelse l'ionico per imitare e seguire Omero? Molto probabile. In Pindaro e in altri lirici del suo o di simil genere, la mescolanza de' dialetti non fa maraviglia. Essa è licenza piuttosto che istituto (??????????); e questa licenza è naturale in quel genere licenziosissimo in ogni altra cosa, come stile, immagini, concetti, transizioni, sentenze ec.
      Questa mia sentenza che il creduto moltiplice dialetto di Omero, non fosse che il greco comune di allora, o non fosse che un dialetto solo al quale appartenessero tutte quelle proprietà che ora a molti e diversi si attribuiscono, credo che sia sentenza già sostenuta e [3047]anche generalmente ricevuta oggidì appresso gli eruditi stranieri.
      (26. Luglio 1823. dì di S. Anna.)
     
      La forza, l'originalità, l'abbondanza, la sublimità, ed anche la nobiltà dello stile possono, certo in gran parte, venire dalla natura, dall'ingegno dall'educazione, o col favore di queste acquistarsene in breve l'abito, ed acquistato, senza grandissima fatica metterlo in opera.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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