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      (Puoi vedere per meglio conoscere le opinioni e i sentimenti [3132]dell'Europa cristiana verso l'impero turco nel 500, la B. G. del Fabricio, t.13., p.500-6.)62
      Molto ragionevolmente adunque i sopraddetti poeti (per non parlare degli altri, come di Voltaire e di Ercilla autore dell'Araucana, e del Trissino ec.) scelsero ai loro poemi argomento nazionale, senza la qual circostanza (largamente però intendendo la parola nazionale, come p.e. circa la Gerusalemme) è assolutamente impossibile dare alcuno interesse a un poema epico che abbia e serbi la unità, com'ella oggi s'intende. Ed è perciò ben poco lodevole l'assunto di quel moderno che volle dare all'Italia una nuova Gerusalemme. (Arici, Gerusal. distrutta).
      Ma l'interesse che nasce dalla virtù felice è, come ho detto, sempre debole anche in un soggetto nazionale, e soffre moltissimi inconvenienti, massime in tempi così diversi da quelli di Omero, come sono i moderni, e come furono quei di Virgilio che in molte parti si rassomigliano ai presenti.
      1. Tutte quelle speciali circostanze che ne' tempi antichissimi rendevano singolarmente pregevole [3133]la felicità, e cagione di stima per se medesima, perirono ben tosto, ed altre contrarie ne sottentrarono che produssero e producono contrario effetto, e sempre lo produrranno, perchè queste seconde circostanze non sono per passar mai.
      2. È così falso,63 o per lo meno straordinario, che la virtù sia compagna della fortuna, che un virtuoso fortunato, un meritevole che ottiene il suo merito (e tanto più s'egli è straordinariamente meritevole, se la sua virtù è veramente singolare, il che oggi sommamente nuoce) eccede quasi quel grado di singolarità e rarità che è compatibile colla credibilità, colla illusione, coll'immedesimarsi che dee fare il lettore ne' casi e ne' personaggi narrati dal poeta, con quella cotal somiglianza che il lettore dee pur trovare tra quei casi e i presenti, tra quelle persone e se stesso; deve, dico, trovarla per qualche parte, a voler ch'ei ci provi interesse.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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