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      (31. Agosto. 1823.). Io credo potere asserire che generalmente gli uomini meno soggetti a passioni veementi, quelli che non amano il piacere, quelli che mai non vissero per li piaceri, mai non furono trasportati da' piaceri e [3316]dal desiderio e furore di questi (sieno piaceri corporali o spirituali), o che pių nol sono; anche i meno iracondi, i pių pazienti, e simili, per natura, o per abito contratto; sono i pių inclinati all'egoismo, i pių alieni abitualmente dal compatire e dal beneficare; spesso anche i pių ingiusti per volontā riflettuta. E i contrari viceversa.
      Sono moltissimi che amano, predicano, promuovono, ed esercitano esclusivamente la giustizia, l'onestā, l'ordine, l'osservanza delle leggi, la rettitudine, l'adempimento de' doveri verso chi che sia, l'equa dispensazione de' premi e delle pene, la fuga delle colpe; ma ciō non per virtų, nč come virtų, non per finezza o grandezza o forza o compostezza d'animo, non per inclinazione, non per passione, ma per viltā e povertā di cuore, per infingardaggine, per inattivitā, per debolezza esteriore o interiore, perchč non potendo (per debolezza) o non volendo (per pigrizia) o non osando (per codardia) nč provvedersi nč difendersi da se stessi, vogliono che la legge e la societā vegli per loro, e provvegga loro e li difenda senza loro fatica, e in modo ch'essi se ne riposino su di lei; perchč la via del retto č la meno pericolosa, la sola che nel mondo [3317]sia palesemente permessa; perchč l'onestā delle azioni avendo (almeno apparentemente) meno ostacoli a combattere, cagiona meno imbarazzi, esige meno attivitā, meno travagli, produce conseguenze meno moleste; perchč non ardiscono contravvenire alle leggi, nč farsi alcun nemico, molto meno quei che comandano e che vegliano all'esecuzione d'esse leggi; perchč temono il castigo, la riprensione, il biasimo pubblico, si lasciano imporre dall'apparenza dell'opinione universale, la quale opinione mostra di stimare o di non molestare nč denigrare i buoni, e di odiare e biasimare i cattivi ec. perchč non hanno spirito d'aspirare a cose straordinarie, nč di procacciarsi o beni o piaceri, nč di avanzare il loro stato ec., col subire qualche, ancorchč minimo, pericolo, col combattere qualche ostacolo, ec. nč di nulla tentare fuor del consueto e dell'ordine, e nulla rischiare, ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555