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      [3345]7. La memoria, indipendentemente dall'esercizio, il quale anzi per se, tanto l'accresce quanto è maggiore, più assiduo, più lungo, decresce evidentemente (almeno per l'ordinario) secondo l'età. Anzi osservando, si vede chiaro ch'ella ne' fanciulli è maggiore naturalmente, e minore per difetto o scarsezza d'esercizio, e che coll'età crescono le sue forze, per così dire artifiziali e fattizie, e scemano le naturali; finchè distrutte queste ne' vecchi quasi affatto, anche quelle divengono inutili, e si perdono e dileguano, mancato loro il subbietto, cioè la disposizion fisica a ritenere degli organi destinati alla memoria. Le forze della memoria nell'uomo maturo sono quasi medie tra quelle del fanciullo e del vecchio, perchè le fattizie suppliscono alle naturali, che nel fanciullo sono maggiori assai che nell'uomo maturo, ma in questo sono maggiori assai che nel vecchio, e bastano ancora a servir di materia e subbietto alle forze artifiziali e derivanti dall'esercizio generale e particolare, passato e presente, ch'è maggiore nell'uomo maturo che nel fanciullo ec. È anche indubitabile che fisicamente altri ha maggiore, altri minor memoria, alcuni prodigiosa, altri niuna; e ciò in pari età, e [3346]supposta eziandio la parità di tutte l'altre circostanze. E questa differenza fisica talora è primitiva e innata, ossia dalla nascita, talora avventizia, ma pur sempre fisica, e indipendente, almeno in gran parte e radicalmente, dalle cause morali ec. Altresì è certo che in uno stesso individuo in una stessa età, anzi pure non di rado in una stessa giornata in diverse ore, per cause evidentemente fisiche, la memoria ora è più pronta e maggiore e più chiara, ora meno; ora più ora men facile sia ad apprendere sia a rimembrare, e disposta a farlo più o meno perfettamente ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555