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      Si osservino sottilmente le opere d'Isocrate, di Senofonte e di tali altri cento. Tutte parole in sostanza [3473]senza pił. Gli antichi letterati, se ben guardiamo, non si proponevano in conchiusione altro, che di dir bene, correttamente, cultamente e artifiziosamente, quello che tutti gią sapevano e pensavano o facilissimamente avrebbero potuto e saputo pensare da se, ma pochi sapevano in quel modo significare. E non per altro in veritą divenivano famosi che per questo (ancorchč forse nč gli altri nč essi se ne avvedessero, o avessero avuta questa intenzione espressa e distinta e a se medesimi manifesta), quando ottenevano il detto effetto. E non parlo gią qui de' sofisti, i quali a differenza degli altri, avevano e professavano apertamente la detta intenzione e la facevano vedere; e questa si era l'unica diversitą reale che passasse tra' pił antichi sofisti e i classici, e il genere di scrittura di questi e di quelli. Gli uni affettavano di dir bene, e mostravano di affettarlo, gli altri dicevano bene per arte, ma non mostravano di proccurarlo e ricercarlo, come perņ facevano. Quanto allo stile, questi e quelli differivano notabilmente. Quanto a' concetti, [3474]alle sentenze, all'invenzione, alla condotta, all'ordine ec. non v'č divario alcuno. Si considerino attentamente i due predetti (nemici ambedue de' Sofisti), e tutti quelli che fra gli antichi cercarono e ottennero fama di bene scrivere;123 e si vedrą che ne' loro concetti ec. tutto č sofistico. Nč anche bisognerą molta attenzione ad avvedersene.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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