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      E perchè? perchè ci s'insegna che nell'inferno (e così nel Purgatorio) avrà luogo la pena del senso. Onde ci si rende concepibile nel genere, benchè non concepibile nell'estensione, la pena che dee aver luogo in una vita e in un modo di essere [3507]a noi d'altronde inconcepibile non meno che quello de' Beati nel Paradiso. E sebbene noi non possiamo concepire il modo in cui questa pena possa aver luogo nell'altra vita e nell'anime ignude, pur ci si dice ch'ella ha luogo miris sed veris modis (S. Agostino), restando fermo ch'ella è pena sensibile e materiale; onde noi non sapendo nè immaginando il come, sappiamo però bene e concepiamo il quale sia quella pena.
      E perciò può dirsi con verità che il Cristianesimo è più atto ad atterrire che a consolare, o a rallegrare, a dilettare, a pascere colla speranza. Ed è certissimo infatti che l'influenza da lui esercitata sulle azioni degli uomini, è sempre stata ed è tuttavia come di religion minacciante assai più che come di religion promettente; ch'egli ha indotto al bene e allontanato dal male, e giovato alla società ed alla morale assai più col timore che colla speranza; che i Cristiani osservarono e osservano i precetti della religion loro più per rispetto dell'inferno e del Purgatorio che del Paradiso. E Dante che riesce a spaventar dell'inferno, non riesce nè anche poeticamente parlando, a invogliar punto del Paradiso; [3508]e ciò non per mancanza d'arte nè d'invenzione, ec. (anzi ambo in lui son somme ec.) ma per natura de' suoi subbietti e degli uomini.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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