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      E dev'esser naturale e vero (che torna a dir lo stesso che senza sforzo), sì perchè lo stato non sia cangiato, sì perchè è proprio sovente del timore, come il muovere all'allegria ec., così ancora il portar l'individuo a fingersi [3534]a se stesso indifferente, e nulla mutato nè di fuori nè di dentro da quel di prima; a perseverare con sembianza di tranquillità nelle stesse azioni, nello stesso stato, e fino nella malinconia, o nell'apparenza esteriore di essa, nella taciturnità, ed in altre condizioni spesso occasionate dal timore, se in queste egli si trovava prima del pericolo. Ciò per farsi coraggio, per persuadersi che non vi sia che temere ec. nè più nè meno che chi dimostra allegria ec. Questa indifferenza o dimostrazione d'indifferenza, lungi da essere effetto o segno di coraggio, lo è anzi di timore. Forse la similitudine può parer vile, ma io non trovo più naturale immagine di un uomo veramente e perfettamente coraggioso nell'ora del pericolo, di quella che Pirrone navigando mostrò a' suoi compagni spaventati nel tempo di una burrasca; e ciò fu un porco che in un cantone della nave attendea tranquillamente a mangiar le sue ghiande, mostrando bene all'esterno che anche il suo stato interiore si era appunto tale quale se la burrasca non fosse stata. Ma una gran differenza che v'ha tra questa similitudine e il nostro caso, si è chequell'animale [3535]non conosceva punto il suo pericolo, dovechè l'uomo coraggioso dee pienamente comprenderlo e giustissimamente stimarlo, senza però curarsene più di quanto facesse quell'animale.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





Pirrone