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      ) s'adoprano a significare un colorito naturale affatto che artifiziale; bench'elle per la loro etimologia, e propria forza, e primitiva qualità, non valgano a significare altro che un color fattizio, una tintura ec. Ma ora elle hanno mutato il loro valore nel detto modo, e ciò in tutte tre le lingue del pari, onde si rileva che questa medesima mutazione è bene antica. (8. Ott. 1823.). Ed ella può anche servire a dimostrare assolutamente l'antichità della voce ec. ch'è ciò ch'io ho inteso di provare nel pensiero a cui questo si riferisce.
      (8. Ott. 1823.)
     
      Scriveva Voltaire al Principe Reale di Prussia, poi Federico II, in proposito di una frase di Orazio e del modo in cui Federico l'aveva renduta traducendo in francese l'ode in ch'ella si trova: Ces expressions sont bien plus nobles en français: elles ne peignent pas comme le latin, et c'est là le grand malheur de notre langue qui n'est pas assez accoutumée aux détails. (Lettres du Prince Royal de Prusse et de M. [3634]de Voltaire, Lettre 118. le 6. avril 1740. Oeuvres complettes de Frédéric II roi de Prusse. 1790. tome 10, p.500.) Aveva detto Voltaire che l'espressione latina serait très-basse en français.
      Con buona pace di Voltaire la lingua francese è ed assuefatissima e proprissima ai dettagli, perch'ella ha parole per significare fino alle più menome differenze delle cose, come altrove ho detto, e vince in questo forse tutte l'altre lingue antiche e moderne, comprese le più poetiche, o quelle che meglio hanno linguaggio poetico e nobile.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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