Pagina (660/1555)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Che l'uomo infatto l'abbia occupata tutta, non si può negare. Così egli ha fatto milioni d'altre cose contrarie alla natura propria ed all'universale. Ma argomentar dal fatto, che tale occupazione sia secondo natura, è cosa stolta. Intorno a una specie di esseri che ha fatto e tuttogiorno fa tante cose evidentemente non pur diverse ma contrarie alla natura e propria ed universale, volendo discorrere della sua natura vera, e de' suoi propri e primitivi destini, bisogna ragionare a maiori, perchè il ragionamento a minori diviene impossibile. Ragionare a maiori nel nostro caso, è considerare l'analogia, la quale abbiamo veduto che cosa dimostri. A minori si potrebbe confermare la stessa cosa, col veder le miserie fisiche a cui la specie umana è inevitabilmente soggetta in moltissimi paesi e climi, e le qualità e costituzioni fisiche p.e. de' Samoiedi, la razza de' quali, piccolissima e deforme, si può considerare come una degenerazione della specie umana, cagionata dal clima contrario alla sua natura propria [3653]e primitiva; degenerazione conforme a quella che manifestamente veggiamo in tante specie di animali, piante ec. stabilite da noi fuori de' loro nativi, propri e naturali paesi, climi, terreni ec.
      Ed in verità, ragionando anche astrattamente, non vi par egli assurdo, e fuor d'ogni verisimiglianza, e d'ogni proporzione o convenienza o similitudine con quello che in tutte l'altre cose veggiamo, che la natura abbia destinato una medesima e identica specie d'animali a nascere e vivere e prosperare indifferentemente in tante e così immense diversità di climi e di qualità di paesi, quante si trovano in questa terra, quanta è quella (per considerare una sola di tali infinite diversità, cioè quella del caldo e del freddo) che passa tra le regioni polari e l'equinoziale?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





Samoiedi