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      Le migliori specie sarebbero le [3658]più rare, le più scarse nell'intrinseco numero ec. (Se tra le migliori e superiori vogliamo contare la scimia, l'uomo selvatico ec. che più s'avvicinano all'uomo, il fatto confermerebbe la mia supposizione). Ed essendo il genere animale nella natura terrestre, il migliore; e la specie umana essendo la sommità del genere animale, e quindi di tutte le specie e generi di esseri terrestri; ne seguirebbe ch'ella naturalmente dovesse essere di tutte le specie terrestri la più rara, e la più limitata nel numero e ne' luoghi.
      Con questi discorsi alla mano, e tenendo fermo che la propagazione della nostra specie accadde per la massima parte contro natura, io risponderò facilmente a chi dalle qualità di tali o tali paesi abitati ora dagli uomini, volesse dedurre che tali o tali istituti, costumi, usi, invenzioni ec. ec. non insegnati nè suggeriti, anzi contrariati dalla natura, e per lunghissimo tempo stati necessariamente ignoti ec. sieno, malgrado della natura, necessarii alla specie umana, alla sua vita, al suo ben essere. Io considererò tali costumi ec. come i rimedii dolorosi o disgustosi de' morbi, i quali tanto [3659]sono naturali quanto essi morbi, che non sono naturali o avvengono contro le intenzioni e l'ordine generale della natura. La natura non ha insegnato i rimedii perchè neanche ha voluto i morbi; così s'ella ha nascosto p.e. il fuoco, non l'ha fatto perchè l'uomo dovesse di sua natura cercarlo con infinita difficoltà, usarlo con infinito pericolo ec. ma perch'ella non ha voluto che l'uomo vivesse e abitasse in luoghi dove gli facesse bisogno di fuoco, (nè si cibasse di ciò che senza fuoco non è mangiabile nè atto per lui ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555