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      3688.3690.), o che gli hanno perduti. Sebbene non vi era bisogno di revivo a mostrar tutto questo nel nostro caso, bastando che vi fosse, e fosse noto, il verbo vivo, da cui a dirittura, senza revivo, o da vivesco (che vien da vivo) per composizione, poteva ben esser fatto il verbo revivisco, e forse e' lo è in effetto.
      Del resto, sì revivisco, sì l'analogia (perchè l'e nella desinenza de' verbi in sco non ha luogo s'e' non son fatti [3710]da verbi in eo;172 e p.e. da meno is ch'è della coniugione di vivo is, si fa reminisco, come a p.3691., e non reminesco), da tremo is, tremisco e composti; ingemisco ec. Vedi al proposito Forc. in tremisco ec. mi persuadono che vada detto vivisco anzi che vivesco; e v. Forc. in vivesco, fine; e il Gloss. in vivescere.
      (16. Ott. 1823.). V. p.3828.3869.
     
      Viviturus regolare, per victurus del buon latino, dimostrante il vero supino vivitum (vivuto), secondo le nostre teorie (v. fra l'altre, p.3709. fine), vedilo in una carta del secolo del mille nel Gloss. Cang.
      (16. Ott. 1823.)
     
      Alla p.3694. Conferma la nostra congettura sull'origine del verbo bito o beto, il latino-barbaro rebitare, dove si vede appunto la coniugazione propria de' continuativi ond'egli sarebbe più regolare dell'antico bitere ec., e può servire a mostrare che questo (ond'esso pur viene, o a cui è affine) sia altresì un continuativo come certo lo è rebitare ec. ec. V. il Gloss. Cang. in revidare, rettificandolo secondo la nostra teoria e osservazioni ec. e con queste confermando la lezione di rebitare (da cui revidare non varia che per pronunzia, propria degli spagnuoli ec. sicchè ben può stare nel latino barbaro), e dilucidando i dubbi ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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