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      (V. Forc. in ruo fin. e in Ruta caesa). Anche l'antico futum di fuo (per fuitum) dovette aver la prima breve, come l'ha futurus che da esso viene, e che sta per fuiturus. Vedi la pag.3742. Il che par che dimostri che quell'u radicale in utum tien luogo di due vocali (ui); altrimenti non avrebbe alcuna ragione di esser lungo quivi, e in tutto il resto del verbo, breve. E infatti se il supino si conserva primitivo e non contratto, cioè desinente in uitus, l'u è breve non men che l'i, come in ruitus (Aeg. Parnas.) e in fluito, fluitans ec.
      (20. Ott. 1823.)
     
      Che fino ad ora sia stata poco bene osservata la formazione costante de' continuativi e frequentativi da' participii o supini, me lo persuade fra gli altri il vedere che Forcell. da fluctus us ec. deduce l'inusitato supino fluctum di fluo (v. Fluo fin.), ma dal verbo fluito (ch'e' pur chiama frequentativo di fluo) non si avvisa punto di dedurne l'inusitato fluitum, che n'è evidentemente dimostrato. Sebbene il medesimo non lascia in parecchi continuativi o frequentivi di ammonire ch'e' son fatti dal supino de' rispettivi verbi originali.
      (20. Ott. 1823.)
     
      [3736]Alla p.3734. fine. Per es. fusum di fundo potrebbe mostrare un antico perfetto fusi. Fluitus di fluo un antico perfetto flui che sarebbe il regolare e corrispondente agli altri notati p.3706.3732. ec. E così, osservata la corrispondenza tra i perfetti e i supini in latino, tanto ci possiamo servire de' perfetti noti a dimostrare o congetturare i supini ignoti, (come abbiam fatto p.3733.) quanto viceversa ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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