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      Insomma mai in nessun tempo noi non avemmo quest'uso, e però bisogna riferire in questo caso la detta mutazione da potens a possente, ad altra cagione, perch'ella non è delle solite, anzi affatto insolita ec. Qual cagione dunque? Ch'ella non è mutazione ma vera pronunzia antica latina, anteriore ancora a quella di potens. Perocch'ella è più regolare, e ci fu trasmessa dal volgo, il quale certo non la usò per parlar più regolare delle [3744]persone colte, nè per correggere la falsa pronunzia de' più antichi, ma anzi per conservar l'uso più antico. I francesi hanno solamente puissant cioè possens, e non potens. Così puissance cioè possentia solamente, e non potentia; tout-puissant, puissamment ec. Gli spagnuoli non hanno il participio di posse,179 nè in senso di aggettivo, come i francesi e noi, nè in quello di participio, come noi talvolta (esser potente di fare una cosa ec. Speroni spesso), ma hanno pujanza cioè possentia, mutati i due ss nell'aspirata, come è loro ordinario. Nè i francesi nè gli spagnuoli sono punto soliti di mutare il t in due ss o nell'aspirata ec. come ho detto degl'italiani.
      Del resto anche potens serve a mostrar l'esistenza antica del participio attivo di sum ec.
      (21. Ott. 1823.)
     
      Il v non è che aspirazione nell'antico latino ec.: sta in vece dello spirito nelle parole tolte dal greco, e non pur dell'aspro ma del lene ec. come nella mia teoria de' continuativi Paphlagonia insignis Roco HENETO, a quo, ut Cornelius [3745] Nepos perhibet, Paphlagones in Italiam transvecti, mox VENETI sunt nominati.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





Paphlagonia Roco HENETO Cornelius Nepos Paphlagones Italiam