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      E la propria forma, in somma, della coniugazione li deve conservar sempre, come la prima e la 3. conserva tutti gli elementi proprii de' suoi temi, cioè am in amo, leg in lego ec. Li conserva, dico, sempre, se non quando è o irregolare o contratta, il che non ha che far colla sua proprietà, ed è accidente non regola nè natura. E quando ne' verbi della prima o della terza, benchè in essi non sia costante nè proprio della coniugazione che l'ultima radicale del tema sia una vocale, come lo è nella 2. e 4., quando, dico, questo s'incontra, essa vocale si conserva per tutta la coniugazione del verbo, purch'ella sia regolare giacchè per anomalia spesse volte la sopprime, come in sapio, capio (verbi della 3.) e loro composti desipio, recipio ec. ec. come in meo as, fluo is (benchè non sia primitiva la coniugazione di questo ec.), ruo, tribuo ec. Or dunque perchè l'ultima vocale radicale del tema, che, regolarmente, si conserva in tutta la coniugazione de' verbi sì della quarta, sì della 1. e 3. quando in queste ha luogo (e se non la vocale si conserva la consonante, quando questa è l'ultima radicale), perchè, dico, non si dee conservare nella seconda? anzi regolarmente e costantemente si dee perdere? e se non si perde, ha da essere irregolarità? Or tutto questo avverrebbe se non si ammettono le nostre osservazioni e regole, secondo le quali la presente forma della coniugazione 2. è contratta e non primitiva. E solo le nostre osservazioni mostrano, [3875]ciò, cred'io, per la prima volta, la primitiva analogia della seconda con tutte l'altre nel conservare l'ultima lettera radicale del tema, e le ragioni e i modi per li quali è avvenuto che nella sua presente più usitata forma ella sola, fra tutte, non lo conservi.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555