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      In questa forma adunque la natura regolò infatti proporzionatamente le relazioni scambievoli e la società degl'individui delle varie specie, e tra queste dell'umana; e dispose che così dovessero stare, e lo proccurò, e mise ostacoli perchè non succedesse altrimenti. Sicchè la società stretta, massime fra gl'individui umani, si trova, anche per questa via d'argomentazione, essere per sua essenza e per essenza e ragion delle cose, direttamente contraria alla natura e ragione, non pur particolare, ma universale ed eterna, secondo cui le specie tutte debbono tendere e servire quanto è in loro alla propria conservazione e felicità, dovechè la specie umana in istato di società stretta necessariamente (e il prova sì la ragione sì 'l fatto di tutti i secoli sociali) non pur non serve ma nuoce alla propria conservazione e felicità, e serve quasi quanto è in lei alla propria distruzione e infelicità essa medesima: cosa di cui non vi può essere la più contraddittoria in se stessa, e la più ripugnante alla ragione, ordine, principii, natura, non men particolare della specie umana e di ciascuna specie di esseri, che universale e complessiva di tutte le cose, e della esistenza medesima, non che della vita.
      (27. Nov. 1823.)
     
      [3931]Al detto altrove sopra i dialetti d'Omero, e quello d'Empedocle, che benchè Dorico usò il dialetto Jonico, aggiungi che nello stesso caso è Ippocrate, e vedi Fabric. B. G. edit. vet. in Hippocr. §.1. t.1. p.844. lin.4-6. e nott. i. k. (27. Nov. 1823.).
     
      Alla p.3906. marg.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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