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      Il che, se non hanno altri argomenti per provarlo, certamente non è provato dall'uso di quegli scrittori, poichè che diritto e che mezzo aveva allora il dialetto ateniese per esser preferito agli altri nelle scritture? Essi cadono nel solito errore, [3966]sì comune per sì lungo tempo (e fin oggi) in Italia, anche fra' più dotti e imparziali, circa il dialetto toscano, cioè di credere che l'attico prevalesse agli altri dialetti per se (mentre niun dialetto prevale per se, giacchè quanto all'ordine, forma ec. esso non l'ha prima della letteratura, quanto alla bellezza del suono materiale ec. questo è un sogno, perchè a tutti i popoli e parti di essi è più bello degli altri suoni quello che gli è dettato dalla natura, e quindi quello del dialetto nativo, e imparato nella fanciullezza ec.), e non per causa della preponderante letteratura e scrittori attici, la qual causa a' tempi d'Omero ec. non esisteva, anzi Atene non aveva, che si sappia, scrittore alcuno, non che n'abbondasse particolarmente ec. Neanche era potente, nè commerciante, nè che si sappia, assai culta, o più culta degli altri, seppure aveva coltura alcuna notabile. Bensì lo erano gl'ioni ec. e questo appunto produsse o fece possibile un Omero ec. Se poi hanno altre prove della detta proposizione, certo ragionano a rovescio pigliando per effetto la causa, e per causa l'effetto. Poichè se quello fu allora il dialetto attico, ciò venne appunto perch'esso aveva avuto scrittori e letteratura, e così fattosi comune ec., ovvero a causa del commercio e potenza e della coltura degl'ioni, alla qual coltura non avrà poco contribuito la stessa letteratura che


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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