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      Non così nell'inglese, nella tedesca ec. perciò imperfette come la francese, ma forse meno, perch'esse da principio non ebbero occasione nè modo di guardare al latino, con cui non hanno che fare le loro lingue, massime il tedesco, o certo di guardarvi meno, e quindi minor cagione d'allontanarsi dalla pronunzia e dalla forma reale delle voci propria della loro lingua, e d'uscire dei termini e vera proprietà di questa ec.
      (14. Dec. 1823.)
     
      [3982]Alla p.3964. Anacreonte ionico scrisse nell'ionico, mescolato però, secondo il comun modo di dire degli eruditi, e temperato cogli altri dialetti, (massime il Dorico), al modo di Omero. V. il Fabric. e la pref. ad Anacr. del De Rogati ec.
      (14. Dec. 1823.). V. p. seg.
     
      Alla p.3965. I posteriori poi (com'Abideno, Arriano nell'Indica, Teocrito ec.), benchè già nato e stabilito e formato il dialetto comune e la letteratura nazionale, e prevaluto eziandio l'Attico, scrissero negli altri dialetti particolari nativi loro o alieni, perchè nobilitati da autori di grido che gli avevano usati quando ancor non v'era dialetto comune, o non ben formato nè fermamente applicato e aggiustato adequatamente alla letteratura. Il qual mal vezzo non ha avuto luogo in Italia, se non se in qualche scrittorello non mai divenuto (come Teocrito ec.) nazionale, e di poco giudizio; perchè buoni scrittori non si son dati a scrivere in altra lingua che nella comune, e ciò a causa che i dialetti particolari non avevano avuta la sorte di esser nobilitati da veruno insigne scrittore (benchè molti scrittori avessero) prima della formazione ec. del linguaggio comune e della letteratura.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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