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      Nč esso, nč la vita, nč oggetto alcuno di questo mondo č propriamente per lui, ma al contrario esso č tutto per la vita. - Spaventevole, ma vera proposizione e conchiusione di tutta la metafisica. L'esistenza non č per l'esistente, non ha per suo fine l'esistente, nč il bene dell'esistente; se anche egli vi prova alcun bene, ciņ č un puro caso: l'esistente č per l'esistenza, tutto per l'esistenza, questa č il suo puro fine reale. Gli esistenti esistono perchč si esista, l'individuo esistente nasce ed esiste perchč si continui ad esistere e l'esistenza si conservi in lui e dopo di lui. Tutto ciņ č manifesto dal vedere che il vero e solo fine della natura č la conservazione delle specie, e non la conservazione nč la felicitą degl'individui; la qual felicitą non esiste neppur punto al mondo, nč per gl'individui nč per la specie. Da ciņ necessariamente si dee venire in ultimo grado alla generale, sommaria, suprema e terribile conclusione detta di sopra.
      (Bologna 11. Marzo. 1826.)
     
      Negletto, contemptus (v. Fedro, fab. Calvus et musca), spregiato, dispregiato o disprezzato ec. ec. per dispregevole. Implacato per implacabile. V. Forc. ec. Provvisto per che provvede o ha provveduto, del che altrove. V. Monti Proposta, in provvisto, dove nel 2do esempio trovi anche avvisato in senso simile.
     
      Puretto diminutivo positivato, aggettivo per puro, come pretto. V. Crusca.
     
      [4170]Inconcusso per inconcutibile. V. Forc. ec. Inaccessus, inaccesso ec. per inaccessibile. Rampare; radice di rampicare, di cui altrove.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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