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      Aristophan. Nub. v.24. (Act.1. sc.1.). Dio Chrysost. Orat. 1. de Regno, init., p.2. A. ed. Lutet. 1604. Morell.
     
      [4191]??? ?????? ????????? ??? ????? ? ????? (?????? ??? ???????????, ???? ?????????? ???? ???????? ???? ???? ???????), ???????? ??? ??? ?????? ??????????????? ?????? ??? ???? ???? ?????? ?? ??????? ?????? ????????. Phot. Biblioth. Cod.209. ed. gr.-lat. 1611. col.533.
      (Bologna. 18. Agosto. 1826.)
     
      Tacheté, Marqueté. Déchiqueter.
     
      Immotus, immoto ec. per immobile.
     
      Altro è che una lingua sia pieghevole, adattabile, duttile; altro ch'ella sia molle come una pasta. Quello è un pregio, questo non può essere senza informità, voglio dire, senza che la lingua manchi di una forma e di un carattere determinato, di compimento, di perfezione. Questa informe mollezza pare che si debba necessariamente attribuire alla presente lingua tedesca, se è vero, come per modo di elogio predicano gli alemanni, che ella possa nelle traduzioni prendere tutte le possibili forme delle lingue e degli autori i più disparati tra se, senza ricevere alcuna violenza. Ciò vuol dire ch'ella è una pasta informe e senza consistenza alcuna; per conseguente, priva di tutte le bellezze e di tutti i pregi che risultano dalla determinata proprietà, e dall'indole e forma compiuta, naturale, nativa, caratteristica di una lingua. La pieghevolezza, la duttilità, la elasticità (per così dire), non escludono nè la forma determinata e compiuta nè la consistenza; ma certo non ammettono i vantati miracoli delle traduzioni tedesche.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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