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      Il che è ben ragionevole in quella sporchissima e fetidissima città, per li cui amabili cittadini ogni luogo, nascosto o patente, è comodo e opportuno per li loro bisogni, e soprattutto ogni cominciamento o entrata di viottolo o di via (due cose poco diverse in Firenze): onde nessun luogo è sicuro da tali profanazioni senza tali ripari ed antemurali, e conviene moltiplicarli senza fine. Non entrerei però garante della validità di siffatti ripari per l'effetto desiderato, nè in Firenze nè altrove.
      (Pisa. 22. Novembre. 1827.). V. la p. seg. e p.4300. e p.4305.
     
      Cader dalla padella nella brace ec. V. Crusca. - Platone nel fine del libro 8. ??????(?? (ed. Astii, t.4. p. ult.) parlando della democrazia cangiata in tirannide, e della eccessiva libertà cangiata in servitù, dice: ka(, ?(????(?????, (??(??? ??(????(??????(???????(???(????(??? (cioè ricusando l'obbedienza de' magistrati [4299]liberi), ?(???(????(??? ???????(?? (della dominazione dei servi, cioè de' satelliti del tiranno ec.) (??(???????(???(?.
      (Pisa. 2. Dic. 1827.)
     
      Alla p. qui dietro. Del resto, questo scompisciamento generale di Firenze procede da quell'eccessiva libertà individuale che vi regna, per la quale Firenze potrebbe molto bene paragonarsi ad Atene del tempo il più democratico, ed applicarsi a lei quello che, alludendo ad Atene, dice di una città eccessivamente democratica Platone nell'ottavo della Repubblica, opp. ed. Astii, tom.4. p.478.
      (Pisa. 5. Dic. 1827.)
     
      Alla p.4164. capoverso 3. Epicuro Epist. ad Herodot., ap.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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