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      Siano giustissime queste querele, sia classico il libro; dal momento che il suo cattivo esito è confessato e pubblicato, la miglior sorte che gli possa toccare è di essere riguardato come quei pretendenti che, privi di baionette, non hanno per se che i diritti e la legittimità.
      (Firenze. 10. Agosto. 1828. S. Lorenzo.)
     
      Alfabeti. Ortografia. Difficoltà ed imperfezioni della scrittura de' dialetti p. es. italiani, abbondanti di suoni mancanti all'alfabeto nazionale scritto ec. Arbitrario dell'applicazione dei segni di questo alfabeto ai detti suoni: due persone che si ponessero a scrivere uno stesso dialetto senza saper l'uno dell'altro, nè seguire un metodo già ricevuto, si può scommettere che non iscriverebbero una parola sola nello stesso modo. La più parte dei nostri dialetti hanno un alfabeto di suoni più ricco assai del comune.
      (Fir. 10. Agos. 1828.)
     
      In letteratura, tutto quello che porta scritto in fronte bellezza, è bellezza falsa, è bruttezza. Verità fecondissima, e ricchissima di applicazioni, che occorrono ad ogni ora.
      (Fir. 10. Agos. 1828.)
     
      [4330]Alla p.4326. e il cui soggetto fu il vero, e non in gran parte il finto, come in Omero e ne' poeti.
      (10. Agos. 1828.)
     
      Dalle mie osservazioni su quel passo di Agatarchide comparato alla storiella di Muzio Scevola, si può dedurre che una delle principali fonti del favoloso trovato, massimamente dal Niebuhr, nella storia romana de' primi tempi, sia l'avere i primi storici romani (seguiti poi dagli altri) copiato nella narrazione delle origini e de' tempi oscuri di Roma, le storie o le favole de' Greci, mutando i nomi.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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