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      Quindi è naturale che quando la scrittura fu divenuta comune e però si potè comporre in prosa, questa fosse infante, mancasse l'arte, mentre la poesia era già molto avanzata; e la lingua poetica fosse già formata da più secc. mentre la prosaica era anco informe. Vedi la p.4238. capoverso 2. V'ebbe una letteratura assai prima della scrittura, cioè del comune uso di essa ma tal letteratura non fu e non poteva essere che poetica. V. p.4354.
      Tutto ciò accadde naturalmente e non già per disegno. Ridicolo è l'attribuire a popoli bambini nella civiltà, l'acutezza di conoscere, e il desiderio di provvedere che la cognizion delle cose si trasmettesse alla posterità pel solo mezzo che allora ci aveva; versi consegnati alla memoria; e di compor versi apposta per questo fine. V. p.4351. princip.
      [4345]In quella letteratura antiscritturale, il solo modo di pubblicare i propri componimenti, era il cantarli esso, o insegnarli ad altri che li cantassero. Fuitque diu haec (ars rhapsodorum) unica via publice prodendi ingenii (Wolf §.23. p. XCVIII) Queste furono per più secoli le edizioni de' greci. Tanto che anche dopo reso comune l'uso della scrittura, etiam Xenophanem poëmata sua ipsum?(??(?(??? legamus, osserva il Wolf (ib.) citando il Laerzio, IX. 18. male inteso da altri. E forse ancora di qui venne che Erodoto, un de' primi scrittori di prosa, anche la sua prosa (se è vero quel che si racconta; e forse questa osservazione potrebbe farlo più probabile) volle recitare in pubblico. (V. p.4375.) Stante l'uso delle passate età, e l'assuefazione, non pareva pubblicato, edito, quello che non fosse comunicato veramente e di viva voce al popolo.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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