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      [4359]Docerent ea, ni fallor, cum optimis, quae exstant, Carminibus comparata, quam sero Graeci in poeti didicerint TOTUM PONERE, ac ne Horatium quidem, qui illud praecipit, eius praecepti eosdem fines ac nostros philosophos constituisse. Erunt ei praecipue haec disquirenda, qui dramata Graecorum ad antiquae artis leges exigere volet. Quodsi in his saepius ab historica ratione deflexit Aristoteles, tanto magis admiranda est viri perspicacitas, qua saeculum suum praecucurrit. V. p.4458. (Wolf §.29. p. CXXV. not.)
     
      Del resto, vedesi insomma che l'epica, da cui apparentemente derivò la drammatica280 (anzi piuttosto da' canti, non ancora epici, ma lirici, de' rapsodi: Wolf.), si riduce per origine alla lirica, solo primitivo e solo vero genere di poesia: solo, ma tanto vario, quanto è varia la natura dei sentimenti che il poeta e l'uomo può provare, e desiderar di esprimere.
      (29. Agos. 1828.). V. p.4412. fine.
     
      Quanti errori, assurdi, contraddizioni per aver voluto giudicare Omero secondo i costumi, le opinioni, le instituzioni moderne o più note, ed applicarle a' suoi poemi! Si è supposta in lui una mostruosa mescolanza di dialetti, perchè il dialetto o lingua ch'egli usò, si divise poi in più dialetti diversi. V. p.4405. Si è creduto ch'egli fosse esattissimo pittore de' costumi eroici, greci e troiani, quando in fatti egli non ha dipinto che i costumi de' suoi propri tempi, ed ai troiani ha dato nomi e costumi greci. V. p.4408. fin. (Necesse haberem longam disputationem ingredi de omni ratione qua Homerus in descriptione heroicae vitae versari solet.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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