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      Bensì nell'Odissea la natura reale fu ritratta dalla vita domestica e giornaliera degli uomini, e la descrizione piace per l'esattezza; mentre gli incanti di Circe, e i buoi del Sole, e i Ciclopi,
     
      Cetera quae vacuas tenuissent carmine mentes,
     
      compiacciono all'amore delle meraviglie: ma l'incredibile vi sta da sè; e il vero da sè.
      (19. Sett. 1828.)
     
      Ivi, §.201. Ma quale si fosse il tenore della lingua e della verseggiatura di Dante, non è da trovarlo in codice veruno; e in ciò la Volgata con la dottrina e la pratica dell'Accademia predomina sempre in qualunque edizione ed emendazione. Avvedendosi "Che per difetto comune di quell'età" - e chi mai non se ne avvedrebbe quand'è più o meno difetto delle altre? - "l'ortografia era dura, manchevole, soverchia, confusa, varia, incostante, e finalmente senza molta ragione" (Salviati, Avvertim. vol.1. lib.3. cap.4. Nota) - anzi [4383]vedendola migliore di poco nel miracoloso fra' testi del Decamerone ricopiato dal Mannelli (Discorso sul Testo del Decam. p. XI. seg. pag. CVI. Nota) - parve agli Accademici di recare tutte le regole in una, ed è: - "che la scrittura segua la pronunzia, e che da essa non s'allontani un minimo che". (Prefazione al Vocabolario, sez. VIII. Nota). Guardando ora agli avanzi della Volgata Omerica di Aristarco, parrebbe che gli Accademici de' Tolomei fossero di poco più savj, o meno boriosi de' nostri. La prosodia d'Omero, per l'amore di tutte le lingue primitive alla melodia, gode di protrarre le modulazioni delle vocali.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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