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      Così quelli non perderebbero, mentre questo ricupererebbe; non isparirebbero dal mondo i piaceri squisiti e divini (per chi gli può gustare) delle leterature perfezionate; ci potrebbe ancora essere chi provasse de' trasporti di piacere leggendo Virgilio, come ci sono e saranno intendenti che ne provino mirando un quadro di Raffaello ec. ec.
      (21. Sett. 1828.)
     
      Alla p.4355. Sorte simile ad Omero ebbe anche in ciò il nostro Dante, il quale fino nello stesso sec. 14. ebbe forse tanti diascheuasti, cioè limatori del suo poema, più o meno arditi, quanti copiatori: onde quelle enormi e continue discrepanze de' suoi codici e stampe anteriori alla edizione della Crusca. V. p.4412.
     
      Alla p.4317. marg. Si legge così a Napoli anche l'Orlando innamorato del Berni e soprattutto la Gerusalemme del Tasso, e il popolo prende partito chi per l'uno di quegli eroi, chi per l'altro, e con tanto ardore, che dopo la [4389]lettura, discorrendo tra loro sopra quei racconti, e quistionando, talora vengono alle mani, e fino si uccidono. Una notte al tardi, due del volgo di Napoli che disputavano caldamente fra loro, andarono a svegliare il famoso Genovesi per saper da lui chi avesse ragione, se Rinaldo o Gernando (Gerusalemme del Tasso). Tengo tutto ciò dall'Imbriani padre, il quale mi dice che il popolo napoletano non ha bisogno che il lettore gli traduca quei poemi, ma che gl'intende da se. In questo modo quei poemi si possono dir veramente pubblicati.
      (22. Sett. 1828.). V. p.4408.
     
      Si dice con ragione che quasi tutta la letteratura greca fu Ateniese.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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