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      (15. Febb. Domenica. 1829.)
     
      Alla p.4356. Dionisio d'Alicarnasso (vedi la p.4451. lin.9.), chiama inni gli antichi canti epici de' Romani in lode de' loro eroi.
     
      Alla stessa pag. lin. ult. Gli antichi poemi epici de' Romani non consistevano che in pezzi, in canti, di argomenti diversi, benchè coincidenti in un solo fino ad un certo segno. Così il poema epico antico nazionale tedesco, the lay of the Niebelungen. Vedi di sopra il pensiero che comincia p.4450. capoverso ult. e specialmente le pagg.4455.4456.
     
      [4461]Alla p.4413. E vedi, a tal proposito, particolarmente la pag.4356. capoverso 1. Gli antichi canti nazionali e poemi epici de' Romani, epici per l'argomento e la forma, erano in metri lirici. Vedi il pensiero citato nella pag. preced. capoverso ult., e specialmente la p.4455. e la seguente. Anche il poema della guerra punica di Nevio (libri o carmen belli punici) era in versi lirici di diverse misure, come può vedersi ne' frammenti di esso poema appresso Hermann, Elementa doctrinae metricae, III. 9. 31. p.629. sqq. (Niebuhr, Stor. rom. p.162. not.507. p.176., not.535.).
      (16. Febbraio. 1829.)
     
      Nelle razionali speculazioni circa la natura delle cose, è da aver sempre avanti gli occhi questo assioma importantissimo: che dal vedere che da certe disposizioni poste dalla natura in certi esseri, facilmente e frequentemente (o anche sempre) nascono certe qualità; che certe qualità, pur date dalla natura, facilmente e frequentemente ricevono certe modificazioni; che certe cause facilmente e spesso producono certi effetti; dal vedere, dico, queste cose, non si può dedurre che ciò segua naturalmente; che quelle qualità, quelle modificazioni, quegli effetti sieno voluti dalla natura; che la intenzione della natura sia stata che essi avessero luogo, allorchè ella pose in quegli esseri quelle disposizioni, qualità o cause.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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