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      ARIA DI VOLTO
     
      La mia faccia aveva quando io era fanciulletto e anche più tardi un so che di sospiroso e serio che essendo senza nessuna affettazione di malinconia ec. le dava grazia (e dura presentemente cangiata in serio malinconico) come vedo in un mio ritratto fatto allora con verità, e mi dice di ricordarsi molto bene un mio fratello minore di un anno, (giacché io allora non mi specchiava) il che mostra che la cosa durò abbastanza poich’egli essendo minore di me se ne ricorda con idea chiara.
      Quest’aria di volto colle maniere ingenue e non corrotte né affettate dalla cognizione di quel ch’erano o dal desiderio di piacere ec. ma semplici e naturali altrimenti che in quei ragazzi ai quali si sta troppo attorno mi fecero amare in quella età da quelle poche Signore che mi vedevano in maniera così distinta dagli altri fratelli che questo amore cresciuto ch’io fui durò poi sempre assolutamente parziale fino al 21 anno nel quale io scrivo (11 Marzo 1819) quando quest’amore per quella quindicina d’anni ch’essendo cresciuta a me era cresciuta anche alle Signore già mature fin dal principio non era punto pericoloso. E una di queste Signore anzi sempre che capitava l’occasione, più e più volte mi dicea formalmente che quantunque volesse bene anche agli altri fratelli, non potea far che a me non ne volesse uno molto particolare, e si prendeva effettivamente gran pena d’ogni cosa sinistra che m’accadesse, anche delle minime bagattelle, e questo senza ch’io le avessi dato un minimo segno di particolar benevolenza né compiaciutala notabilmente o precisamente in nessuna cosa, anzi fuggendola il più che poteva quanto nessun’altra.


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Storia di un'anima
Memorie
di Giacomo Leopardi
pagine 156

   





Marzo