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      Che vuol dir ciò, se non che nei caratteri degli uomini, novantanove parti son opera delle circostanze? e che per diversissimi ch’essi appariscano, come spesso accade anche tra fratelli, in questa diversità non è opera della natura se non una parte così menoma che saria stata impercettibile? È quasi impossibile il caso che tutte le minute circostanze e avvenimenti che incontrano a l’un dei fratelli nell’uso della società, incontrino all’altro, o sieno uguali a quelle che incontrano all’altro, ancorché postogli da vicino. Questa diversità diversifica due caratteri che parevano affatto, ed erano quasi affatto, compagni, e com’ella è inevitabile, così la diversificazione di questi caratteri nella società non può mancare. E ho detto le minute circostanze contentandomi di queste, perché anche la somma di cose minutissime basta a produrre grandissimi e visibilissimi effetti sull’indole degli uomini, massime allora ch’eglino sono principianti del mondo, e che in essi la capacità delle attitudini e delle opinioni, ossia la formabilità dell’indole è ancor molta e grande e in buon essere.
     
      PER USCIRE DA RECANATI
     
      AD ANGELO MAI
     
      Recanati 30 Marzo 1821
     
      Monsignore Veneratissimo. È sempre grave il domandare, tanto a chi domanda, quanto soprattutto al domandato. Ma molto più se chi domanda non ha diritto nessuno al benefizio, ed è primo a domandare; qual è ora il caso mio. Perché da quando ebbi la fortuna di conoscere V. S. non ho avuto mai né l’occasione né la forza di servirla, eccetto col desiderio.


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Storia di un'anima
Memorie
di Giacomo Leopardi
pagine 156

   





Marzo Veneratissimo