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      circa la politica di Senofonte si può in buona occasione mentovare quelle parole di Senofonte il giovine spediz. d’Alessand. lib. 1, c. 7, sect. 2.,
      Benedetto storia della sua morte ec., mio dolore in veder morire i giovini come a veder bastonare una vite carica d’uve immature ec. una messe ec. calpestare ec. (in proposito di Benedetto), (nello stesso proposito) allora mi parve la vita umana (in veder troncate tante speranze ec.) come quando essendo fanciullo io era menato a casa di qualcuno per visita ec. che coi ragazzini che v’erano intavolava ec. cominciava ec. e quando i genitori sorgevano e mi chiamavano ec. mi si stringeva il cuore ma bisognava partire lasciando l’opera tal quale né più né meno a mezzo e le sedie ec. sparpagliate e i ragazzini afflitti ec. come se non ci avessi pensato mai, così che la nostra esistenza mi parve veramente un nulla, a veder la facilità infinita di morire e i tanti pericoli ec. ec. mi par da dirsi piuttosto caso il nostro continuare a vivere che quegli accidenti che ci fanno morire come una facella messa all’aria inquieta che ondeggia ec. e sul cui lume nessuno farebbe un minimo fondamento ed è un miracolo se non si spegne e ad ogni modo gli è destinato e certo di spegnersi al suo finire, Ecco dunque il fine di tutte le mie speranze de’ miei voti e degl’infiniti miei desideri (dice Verter moribondo e ti può servire pel fine),
      si suol dire che in natura non si fa niente per salto ec. e nondimeno l’innamorarsi se non è per salto è almeno rapidiss. e impercettib. voi avrete veduto quello stesso oggetto per molto tempo forse con piacere ma indifferentemente ec. all’improvviso vi diventa tenero e sacro ec. non ci potete più pensare senza ec. come un membro divenuto dolente all’improvviso per un colpo o altro accidente che non vi si può più tastare ec.,


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Storia di un'anima
Memorie
di Giacomo Leopardi
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