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      Questo ha il capo stretto, allungato, il muso aguzzo; il botolo ha il muso corto, come schiacciato dallo avanti allo indietro, il cranio largo, e questa disposizione è maggiore nell'alano, ed è portata fino alla esagerazione, si direbbe fino alla mostruosità, nel bull-dog. Il veltro ha il corpo svelto, allungato, leggero, sorretto da altissime zampe, ristrettissimo al ventre, atto a piegarsi come un arco, a scattare come una molla. Il bassotto ha il corpo grosso, tozzo, allungato, colle gambe corte e storte.
      L'uomo ha foggiato il veltro per inseguire nella loro velocissima fuga le gazzelle pei deserti dell'Africa e le steppe dell'Asia, ha foggiato il bassotto per cacciarsi strisciando nelle tane delle volpi e dei tassi.
      A due sorta di cani l'uomo ha allargato la pelle frammezzo alle dita per rendere le loro zampe meglio atte al nuotare. Queste due sorta di cani sono il cane da lontre e il cane di Terranuova. Il primo l'uomo lo adopera, secondo che dice lo stesso nome che gli ha dato, per la caccia delle lontre. Il secondo lo adopera con molto maggior vantaggio, educandolo a venirgli in aiuto, quando è in pericolo di annegarsi.
     
      [vedi figura]Non meno grande della differenza che l'uomo indusse nelle forme dei cani è quella che egli indusse nella mole.
      La vergine cuccia delle Grazie alunna del Parini è rappresentante di una schiera di cagnolini minuscoli chiamati cani da signore, cani da trastullo, e con altri nomi ancora, taluni dei quali troppo energici perché si possano riferire, o cercar di adombrare anche dalla lontana.


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I cani
di Michele Lessona
pagine 128

   





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