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      Il king-Charles, il cagnolino di Malta, il Bolognese, il cane di Blenheims, il barbone nano, il lioncello, il piccolissimo veltro italiano, spettano a questa categoria di cagnolini pei quali il signor Vogt deplora che le signore russe abbiano una soverchia predilezione.
      Perché le signore russe?
      Se contrapponiamo a questi pigmei un qualche bel rappresentante della razza di cani danesi, che sono oggi di moda nelle principali città d'Italia, un molosso, o un cane del San Bernardo, o un alano del Tibet, abbiamo gli estremi della picciolezza e della grandezza ottenute dall'uomo nei cani domestici.
      L'uomo ha costretto i cani a pascersi di certe sostanze alimentari che son ben diverse da quelle che meglio loro piacciono, che sono anzi tali che nelle condizioni ordinarie mostrano per esse avversione. Nel Kamtschatka e nella maggior parte della Norvegia i cani non mangiano che pesci, nella Nuova Guinea e nella Tierra del Fuego mangiano ancora pesci, ma anche granchi, cui vanno a cercare nei fessi delle rocce al tempo della bassa marea. Imparano anche quei cani a voltare le pietre sotto le quali i granchi sogliono tenersi nascosti, imparano a staccare con un colpo di zampa bene aggiustato i molluschi appiccicati alle rocce, e quasi si potrebbe dire, dal modo in cui misurano il colpo, che sanno la necessità di riuscire alla prima, perché in caso diverso il mollusco sviluppa una forza di adesione tale che il cane non potrebbe più, anche adoperando tutte le sue forze, staccarlo dalla roccia.


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I cani
di Michele Lessona
pagine 128

   





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