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      Il furore del cane si acquetò, e dopo un istante l'animale s'accostò alla vecchia e prese ad accarezzarla. Il capitano Fago di Senadiza riuscì in tal modo per un'altra via a scacciare la noia. Quello spettacolo lo divertì.
      Bezerillo morì sul campo di battaglia. Morì colpito da una freccia avvelenata che gli scoccarono i Caraibi, i quali, conoscendolo, siccome bene si può comprendere, lo prendevano di mira. Nell'antichità l'uomo adoperò sovente il cane in guerra come validissimo aiuto. Un secolo prima dell'èra cristiana i romani riuscirono vincitori dei Cimbri, ma non senza aver sostenuto una fierissima lotta tanto cogli uomini quanto coi loro cani ammaestrati non solo a far la guardia alle provvigioni, ma anche a combattere contro il nemico.
      Plinio racconta che i Colofonieri, popoli sempre in guerra, avevano un intero esercito di grossi alani, che erano sempre i primi ad aggredire il nemico e decidevano in ultimo delle sorti favorevoli della battaglia.
      Nelle guerre tra l'Inghilterra e la Scozia, faceva parte delle milizie una grossa razza di cani chiamati sanguinari.
      Durante le guerre tra l'Inghilterra e la Francia furono portati quei cani sanguinari in quest'ultimo paese, e il conte di Essex ne aveva ottocento nella sua armata d'Irlanda.
      Un bellissimo cane militare faceva la delizia de' torinesi pochi anni or sono. Apparteneva alla musica di un reggimento di fanteria, e andava ogni giorno in piazza Castello pel cambio della guardia, tirando una carrettella sulla quale stava la grancassa.


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I cani
di Michele Lessona
pagine 128

   





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