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      Io ho conosciuto personalmente, e anche intimamente, una coppia di cani militari, di cui il maschio si chiamava Cannone, e la femmina Bomba. Pronuba alle loro nozze era stata la sesta batteria di artiglieria da piazza (operai da costa), la quale sta costantemente nell'amplissima pianura che da cinquant'anni č campo di esercizi militari, la vauda tra San Maurizio e Cirič, presso Torino.
      Si facevano gli esercizi del tiro; collo sparo, la palla balzava dal cannone facendo la sua rapidissima curva, saltellava, si fermava: poi ne partiva un'altra, poi un'altra, e cosė per tutta la mattinata. Finiti gli esercizi, i soldati andavano a raccogliere quelle palle, ma prima che andassero i soldati ci andavano, o almeno tentavano di andarci, dei ladracchioli di campagna che trovavano pių proficuo il furto di quei pezzi metallici che non quello delle foglie dei gelsi, dei pali delle viti, dei grappoli dell'uva.
      Cannone e Bomba avevano l'incarico di tener lontani i ladri da quelle palle, e li tenevan lontani davvero.
      Lo Zend Avesta dice quale deve essere il posto in cui legalmente si deve trattenere il cane da guardia; deve essere a una distanza tale da ciō che si tratta di difendere che da quella si possa distinguere un animale bianco da un animale nero.
      Cannone e Bomba facevano appunto cosė; si mettevano a una tale distanza dalle palle giacenti che da quella potevano vedere il ladro che si venisse accostando in giri tortuosi, e non perdere d'occhio la palla.
      Vi furono fiere lotte; quando uno dei due coniugi veniva aggredito l'altro accorreva e in due mettevano in fuga un branco anche di cinque o sei furfantelli.


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I cani
di Michele Lessona
pagine 128

   





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