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      L'arrivo del forestiero vuol dire per quel cane un tentativo di asfissia.
      Nella grotta, per dimostrare la presenza del gas irrespirabile presso al livello del suolo, vien posto il povero cane che in breve perde i sensi, e allora vien tratto fuori e ritorna a muoversi all'aria aperta. Non so se oggi si faccia ancora con tanta frequenza questa prova nella grotta del cane, che una volta ogni viaggiatore che andasse a Napoli voleva vedere personalmente, e che si trova riferita in moltissimi libri di viaggi. Quando io vidi quella prova e domandai ragguagli, rimasi meravigliato di quel cane che ogni giorno andava vicino all'asfissia e pareva ciò non ostante in ottime condizioni di salute.
      Un altro cane di mia conoscenza fuggiva pure allo accostarsi del forestiero, ed era un cane di locanda come quello dei Tornetti, il quale, per conseguenza, si regolava al tutto in modo opposto a questo, e doveva averne pure i suoi buoni motivi.
      C'era una grossa locanda sulla strada che menava a Fano, in un tempo nel quale le ferrovie eran di là da venire. Tutti sanno che il governo pontificio fu sempre avversissimo alle ferrovie più di ogni altro dei governi d'Italia, nissuno dei quali, del resto, era molto favorevole ad esse. Ma nel tempo di cui parlo non c'era ancora ragione di osteggiarle, perché non se ne parlava.
      Sulla strada maestra, in quella grande locanda, davano alloggio a piedi e a cavallo, e sovente dei grandi signori, dei ricchissimi inglesi vi si fermavano a mangiare e anche a dormire. Nella Romagna si ha un gran gusto, del resto lodevolissimo, per la carne allo spiedo.


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I cani
di Michele Lessona
pagine 128

   





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