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      Nella campagna della Fiandra occidentale, dove sono pascoli ubertosi e bovine per eccellenza produttrici, si adoperano nei poderi i cani a muovere grandi ruote per fare il burro.
      Uno scultore in Torino, il quale dimorava sulla piazza Carlina, quella piazza dove c'è ora il monumento a Cavour e prima c'era la ghigliottina, nel principio del corrente secolo, affine di avere una forza motrice regolare e costante, non mi ricordo ora per quale scopo, adoperava tre o quattro cani, che lavoravano alternandosi a un dipresso tutta la giornata, come quelli che muovon lo spiedo nei paesi sopramenzionati. Il movimento era comunicato a una spranga trasversale da un cilindro cavo con pareti fatte di verghette metalliche, al tutto sullo stampo, salvo la differenza nelle dimensioni, di quelli che stanno accosto e in comunicazione colla casetta di legno nella quale si tengono gli scoiattoli. Lo scoiattolo fa girar volentieri la parte mobile metallica della sua gabbietta, la fa girare con rapidi salti buona parte della giornata, ci prova gusto, poiché si vede non si rado uscire dalla gabbietta di legno, entrare nel mobile cilindro cavo dalle pareti di filo metallico, e farlo muovere rapidissimamente a furia di salti.
      Il cane va di mala voglia, anzi non va che costretto nella mobile gabbia, e di mala voglia e costretto la mette e la tiene in movimento. Lo scoiattolo ci va spontaneamente, volentieri, e volentieri la muove a lungo. Non si potrebbero adoperare parecchi scoiattoli invece di un cane?
      Sottopongo il quesito alle società protettrici degli animali.


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I cani
di Michele Lessona
pagine 128

   





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