Pagina (67/128)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      »
      Quel personaggio mi disse che io era in errore. I cristiani sono immondi in ogni caso e sempre, e non può mai l'uomo fare a meno di lavarsi quando li ha toccati. Ma pei cani è un altro conto. Sono immondi i cani vaganti, ma i cani della casa, i veltri, non hanno d'immondo che la punta del naso, perché è umida. Tutto il resto è mondissimo. La difficoltà, pertanto, si risolve con lo scansare di toccare loro la punta del naso.
      I signori persiani vanno pazzi di quelle cacce che fanno a cavallo, giovandosi in pari tempo dei cani e dei falchi.
      Anche in Europa, quando si cacciava coi falchi, si adoperavano pure i cani.
      Ruggero s'incontrò, quando appunto ne avrebbe avuto meno voglia, in un servo presso il castello della fata Alcina:
     
      Il servo in pugno avea un augel grifagnoChe volar con piacer facea ogni giorno,
      Ora a campagna, ora a un vicino stagno,
      Dove era sempre da far preda intorno;
      Avea da un lato il can fido compagno,
      Cavalcava un ronzin non troppo adorno...
     
      L'Ariosto trae pur partito dell'alleanza, talora dubbiosa, del cane e del falco in caccia per una singolare similitudine. Il medico che era stato indotto da Gabrina ad avvelenare Filandro, è costretto da quella a bere una parte del veleno e si trova
     
      Come sparvier che nel piede grifagnoTenga la starna e sia per trarne pasto,
      Dal can, che si tenea fido compagno,
      Ingordamente è sopraggiunto e guasto...
     
      La caccia principale che fanno i signori persiani coi veltri e coi cani è alle gazzelle; ma fanno anche quella ben più difficile agli asini selvatici.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I cani
di Michele Lessona
pagine 128

   





Europa Alcina Ariosto Gabrina Filandro