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      Secondo Sesto, guarisce persino le malattie della milza. Cotto con vari aromi e mangiato, è un rimedio eccellente contro la epilessia, ma deve essere un cane poppante, cucinato colla mirra e col vino. Un giovane can da caccia giova nelle malattie di fegato. Se una donna che ha già figliato diventa sterile, la sua debolezza risana coll'uso della carne di cane cotta. La carne tendinosa è un preservativo contro la morsicatura dei cani. La cenere di un cane bruciato e ridotto in polvere giova pel male agli occhi, e se le sopracciglia ne vengano fregate acquistano il più bel nero. La carne salata di un cane arrabbiato giova contro la rabbia. La cenere del cranio di un cane sano è utile contro le escrescenze carnose, risana il canchero, preserva dalla rabbia e presa con un po' d'acqua internamente addolcisce il mal di punta e le enfiagioni di ogni sorta, ecc.; la cenere del cranio d'un cane arrabbiato è buona contro l'itterizia e il male di denti. Il sangue di cane è anche variamente adoperato. Eccellente contro la rogna, guarisce l'asma ai cavalli, bevuto in copia è un antidoto utile per tutto; e se ne viene intonacata una casa, la difende contro le più diverse malattie. Il grasso serve a far scomparire dal viso le voglie e le macchie; rende feconde le donne sterili; ma perciò il cane deve essere cotto intero, e il grasso schiumato dal brodo; contro la paralisi si adopera quale unguento, ma deve allora provenire da un cane giovane; unito al vermut risana la sordità. Il cervello del cane spalmato sopra una tela è buono per le gambe rotte, e giova anche per la debolezza degli occhi.


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I cani
di Michele Lessona
pagine 128

   





Sesto