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      Aggiungo a scanso di citazioni e per non mostrarmi bello delle penne del pavone, che due pavoni da cui prendo molte penne sono il professore Arturo Graf e il professore Italo Pizzi, dei quali mi piace dichiararmi scolaro riconoscente.
      Nel «Convegno degli spiriti» Giovanni Prati cantò di due amanti separati nell'eternità, la donna in paradiso, l'uomo nell'inferno, che tuttavia, per essersi molto amati, per volere divino trovansi ogni notte sotto un tiglio.
      Nell'Oberland due amanti furono entrambi maledetti, e il verde paese circostante mutato in un mare di ghiaccio. Un segno misterioso avvertì prima le persone e le bestie perché se ne andassero, e le une e le altre non intesero a sordo. Ma coi due amanti sciagurati rimasero sepolti nei ghiacci la vacca e il cane. Qualche volta, quando più infuria l'uragano, si sente il mugghiare di una vacca e l'ululare lamentoso di un cane, e le voci di un uomo e di una donna che domandano aiuto e scongiurano che si venga a mungere la vacca che li insegue e a pascere il cane che li sbrana. Finirebbe a un tratto quel supplizio di eterna angoscia se si trovasse un uomo abbastanza ardito per avventurarsi a mungere quella vacca e mettere la museruola a quel cane, i due amanti rivivrebbero una seconda vita felice, ripiglierebbe il suolo l'antico suo manto di verde e di fiori.
      Il cane Katmir fece la guardia per più di dugento anni alla bocca della spelonca dove erano ricoverati i sette dormienti, e i maomettani lo posero in paradiso insieme con alcuni altri illustri animali.


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I cani
di Michele Lessona
pagine 128

   





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