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      Il sig. Schleiden, autore di un bellissimo libro di scienza popolare (Die Plantzen. La Plante et sa vie. Traduzione francese, Parigi, Schulz e Thuillé, 1859), parlando, in un suo bellissimo capitolo, delle tante bellezze nascoste nel mare, vien fuori in queste parole:
      L'anima sola è fatta per darsi conto della bellezza; il diamante non manda per se stesso, nè pel mucchio di sabbia che gli sta d'intorno, i suoi sprazzi di fuoco, ma sì per l'occhio dell'uomo, col mezzo del quale un'anima lo ammira: la ridente vallata non esiste per la montagna, non il mesto salice piangente pel ruscello; l'erba indorata dei prati non isfoggia la sua bellezza pel bruno larice, ma sì tutto è per l'uomo che comprende con amore e gratitudine. Se ciò è, ragionevolmente si domanda: A chi adunque è destinata tanta ricchezza di forma e di beltà, cui ricopre un azzurro manto che dalla sua splendida superficie riflette i raggi della luce e sembra irridere spesso l'osservatore curioso, rimandandogli in faccia la propria immagine? Sono forse popolati quegli abissi da esseri animati, per cui sia un diletto la vista del bello, o che, siccome forniti di sentimento, considerino come una bellezza la composizione fisicamente volgare della forma e dei colori? Non si sa; ma per certo si può asserire che il pesce, il quale, secondo il poeta, ama tanto il fondo dell'acqua, non può essere questa creatura senziente, perchè gli occhi degli animali che vivono nelle acque son fatti per tal modo che non vedono se non che gli oggetti immediatamente vicini, e l'uomo, estraneo a quell'elemento, ci vede e meglio e più lunge che non possan fare i suoi propri abitatori.


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Il mare
di Michele Lessona
Tipografia Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 68

   





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