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      Alcuni di questi muoiono portati alla superficie, ed è notevole per questo riguardo una specie di stella di mare del nord dell'Europa, che, portata su dal profondo, inevitabilmente si spezza in tanti minuzzoli. Qualche inglese ha voluto dare a questo fatto un colore di suicidio, mentre il suicidio è una proprietà esclusiva dell'uomo. Forse è la differenza della pressione, forse l'azione della luce, come vediamo nel proteo anguino che vive nelle acque di buie caverne sotterranee, e in varie specie, d'insetti senz'occhi che vivono al buio, i quali, portati alla luce, in pochi istanti perdono la vita.
      Comparati cogli oceani, i mari interni hanno profondità minori; la maggior profondità del Mediterraneo pare essere di duemila metri, quella del mar Nero di mille metri, quella del Baltico appena, in un punto solo, arriva ad oltrepassare di poco i dugento metri.
      Quello che si sa intorno alle profondità marine è assai poco a petto di quello che resta da sapere; quest'ignoranza fa che non si può, nemmeno approssimativamente, calcolare la profondità media dei mari, e non si può quindi neppure dire quale possa essere a un dipresso la quantità dell'acqua marina su tutta la terra.
      Kant ha calcolato che la profondità media dei mari possa essere di un mezzo miglio geografico, e Keil di un quarto di miglio. De la Mettrie mette questa profondità a un dipresso a 400 metri, o poco più, e La Place la mette a dodici miglia: quindi il primo fa stima che la quantità delle acque marine sommi in tutto a 12,000,000 di miglia cubiche, e il secondo la valuta a 500,000,000.


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Il mare
di Michele Lessona
Tipografia Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 68

   





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