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      Ciò si vede con maraviglioso effetto di bellezza nella grotta azzurra di Capri presso Napoli: questa grotta, che per tanti secoli fu celata all'occhio umano, venne scoperta accidentalmente da due artisti prussiani, nel 1826: essi fortuitamente nuotavano da quella parte, e s'addentrarono in una cavità della roccia che si mostrava appena qualche istante, nei movimenti delle onde, ricoperta poi subito dal mare: appena entrati, si offerse ai loro occhi uno spettacolo veramente maraviglioso: la grotta è bella e spaziosa, e la luce che vi entra riflessa dopo di aver attraversato una gran massa d'acqua, dà a tutti gli oggetti un color di purissimo azzurro.
      Strano è il contrasto del verde che ha il mare nel golfo poco discosto di Salerno.
      Dove il mare è più profondo, la tinta è più intensamente azzurra, ed è tale pure dove è più ricca di sali l'acqua marina; quindi il classico, e tanto dai poeti celebrato, azzurro del Mediterraneo.
      Vari accidenti di luce possono, naturalmente, far mutare le tinte del mare, e chi ha dimorato in riva al Mediterraneo sa come talora questo mare prenda un'intensa tinta rossa, che fa trovar giusta l'appellazione di Omero, che lo ha chiamato porporino.
      Le burrasche, smovendo in molti punti il fondo, i torrenti nei temporali trascinando fango al mare, possono pur far mutare temporaneamente qua e colà il color del mare: a Genova, quando vengono a combinarsi un uragano in terra ed una burrasca in mare, per un gran tratto dalla spiaggia tutto il mare è giallo, e senza transizione passa poi al suo azzurro, come se un muro dividesse le acque dai due colori, segno del limite delle azioni delle onde alla spiaggia, e del trasporto del fango dai torrenti.


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Il mare
di Michele Lessona
Tipografia Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 68

   





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